canti per il tempo di Avvento 2016
La nostra storia
Il Coro: beh! “Coro” è forse una parola grossa o “grande” diciamo: tutte quelle persone, grandi e piccoli, intonati e stonati, tromboni e svociati, che in questi venti anni hanno cantato, fatto musica, caciara e in qualche caso rumore, insomma hanno espresso tutta la loro gioia di essere Chiesa a Cerenova.
Il coro dicevamo …
Prendendola un po’ alla larga si potrebbe raccontare dei ragazzi che Don Santino faceva venire a suonare e cantare d’estate nel suo garage, dove si diceva la S. Messa nei primi anni’70, oppure di tutto quello che ha fatto Valerio negli anni seguenti, ma il Coro, quello con la “C” maiuscola, è cominciato un po’ più tardi.
Alla fine del 1981 io e Anna Clementi chiedemmo a Don Giuseppe cosa potevamo fare per i bambini di Cerenova, le risposte erano infinite poiché non c’era praticamente nulla così decidemmo di partire in punta di piedi e con le cose essenziali: il Presepe, il Catechismo ed infine il canto in Chiesa.
Così il giorno 8 dicembre 1981 mi sono presentato in Chiesa con una chitarraccia scordata ed una capacità di suonarla anche peggiore ed ho cominciato con il canto “Ama e Capirai” e “Il pane” (non a caso!); è stato ovviamente un caso: ma l’otto dicembre è un giorno speciale per chi svolge attività con i giovani perché, proprio in quel giorno di circa un secolo e mezzo prima, Don Bosco ha cominciato a costruire il suo Oratorio.
Comunque ho cominciato a suonare alla S. Messa e subito dopo cercavo di riunire qualche ragazzo (o meglio ragazze dato che la maggior parte dei maschi pensa che il coro sia una cosa da femmine!) con cui preparare i canti per quella successiva.
Di quel gruppo, a Cerenova è rimasta solo una ragazza, Anna, che allora aveva otto anni ed una capacità di strillare seconda solo alla sua voglia di cantare.
Poi si è passati alle prove durante il Catechismo, ma le difficoltà sono continuate: essenzialmente per la mia scarsa capacità di suonare e soprattutto per la mia scarsa esperienza nel gestire un coro (non sono certo cose che si improvvisano), ma bene o male siamo andati avanti.
La cosa è continuata a livello meno che artigianale fino all’anno dopo quando è arrivato Marco e qui le cose hanno preso decisamente un’altra piega: innanzitutto grazie al fatto che finalmente c’era qualcuno che sapesse suonare sul serio e poi perché la mia passione per il rock ha trovato compagnia!
Ma sì Marco, quello che qualcuno chiamava “Il metallaro” per via del “Chiodo” (pesante giubbotto di pelle nera con le borchie, divisa degli appassionati di musica Heavy Metal) che portava in ogni momento e delle sue passioni musicali o ancora quello che Don Giuseppe chiamava “Il Capellone” per motivi più che evidenti a quel tempo!
Questa cosa ha letteralmente trasformato tutto, perché i bambini ed i ragazzi che piano piano si erano avvicinati sempre più erano attratti dal nuovo modo di fare musica in chiesa (qua e là echeggiava qualche riff e ritmo rock etc…).
Così il coro è cresciuto ed anche i musicisti: si è aggiunto Roberto all’organo ed altri ragazzi che d’estate suonavano con noi (Francesco, Marco, etc…), così ho cominciato soprattutto a dirigere il coro (con grande miglioramento della qualità generale della musica ovviamente!): in quel periodo abbiamo avuto fino a otto musicisti!
Il fondamento di tutto era possibile riassumerlo in una frase del Vangelo: “… dove due o più di Voi sono riuniti nel mio nome, io sarò in mezzo a loro…” e tutti ci sentivamo consci di ciò, anche i più piccoli (anzi dovrei dire le più piccole perché a parte i suonatori vi erano solo ragazze!).
Questo è durato per alcuni anni, poi, come tutte le cose, vi sono stati alcuni cambiamenti: il militare prima di Marco, poi mio ed infine di Roberto, alcuni nuovi suonatori (Laura la sorella di Marco, Andrea, etc…) ma il coro ha continuato ad animare la S. Messa sempre con il piacere proprio e di tutta l’assemblea (grandi e piccoli).
Anche Don Giuseppe che all’inizio non amava particolarmente le cose troppo allegre e vivaci, si è reso conto del gradimento della gente nell’ascoltare e nel cantare canzoni che alternavano preghiera e raccoglimento a gioia di vivere e felicità nel mostrare la propria fede: pensate che in quegli anni una volta Don Giuseppe è stato intervistato da un giornalista parlando proprio del nostro coro!
Siamo così arrivati al 1989 anno in cui il coro ha allargato la propria sfera di intervento dalla Messa ad uno spettacolo teatrale: con i ragazzi della Cresima sono stati messi in scena prima uno spettacolo sulla vita e le opere di Don Bosco e poi uno sul Natale.
Il coro si è sempre rinnovato sia nelle persone (i bambini ed i ragazzi nel frattempo sono cresciuti e quindi ve ne sono stati sempre altri) che nei musicisti e nei responsabili.
In quel periodo io ho cominciato a lavorare, quindi il tempo è stato sempre più tiranno, così il testimone è stato preso da Marco che ha proseguito l’attività con un’energia incredibile e i risultati si sono visti: nuovi ragazzi (anzi ragazze, per essere precisi!) hanno arricchito il coro ed anche nuovi suonatori: io all’organo (sempre scarsino ma decisamente meglio che con la chitarra), Enrico e Maurizio alla chitarra, Fabio al basso e qualche volta anche Ernesto alla batteria, cioè i Seraphicum il complesso musicale nato nell’Oratorio San Domenico Savio di Cerenova.
Già, nel frattempo è arrivato Don Francesco Motto, un Salesiano, come supporto domenicale per Don Giuseppe, e sulla sua spinta abbiamo costruito l’Oratorio: un luogo ove i ragazzi si potessero ritrovare per giocare, cantare, incontrarsi; l’Oratorio insomma.
Tra le varie attività c’era proprio la musica in varie manifestazioni: i Seraphicum, i Bad Weather (il complesso dei ragazzi che partecipavano alle S. Messe), il coro, i bambini delle elementari che cominciavano a cantare giocando, etc…
Era così tanta la voglia di gridare la propria gioia che è stato necessario trovare altri modi per cantare la Fede in Dio e mostrarla alla gente, così in questo periodo Marco e le ragazze del coro hanno costruito dal proprio canto domenicale due spettacolari concerti di musica un po’ particolare: le canzoni della S. Messa (“San Damiano”, “Su ali d’aquila”, etc…) arrangiate, suonate e cantate in modo diverso, più moderno e vicino ai ragazzi: il rock (ma non solo quello) l’ha fatta da padrone e vi assicuro che sono stati momenti veramente difficili da dimenticare (sia dal punto di vista musicale che personale).
Sinceramente credo che, in quel periodo, la musica a Cerenova abbia raggiunto il suo livello più alto e l’assemblea sembrava gradire molto la cosa.
Inoltre si cercava di gestire il coro come un gruppo: cercando non solo di ottenere note corrette e belle esecuzioni delle canzoni bensì anche una crescita umana dei vari componenti sia a livello individuale che di gruppo.
Le cose sono continuate con alterne vicende inserendosi negli avvenimenti della Parrocchia: prima è arrivato Don Francesco Labricciosa e Don Motto è ritornato alle sua attività di storico (già, tutti noi che abbiamo giocato e scherzato con lui ci siamo sempre dimenticati che è soprattutto il direttore dell’Istituto Storico dei Salesiani, nonché un’autorità come storico).
Poi Don Francesco Labricciosa ha avviato il progetto musicale “Deus mihi dixit”, mentre il coro ha continuato ad animare la S. Messa.
Poi ancora Don Giuseppe ha cominciato a stare sempre meno bene (fino a che nel 2000 è venuto a mancare all’affetto dei suoi parrocchiani) e Don Francesco Labricciosa ha preferito seguire la sua strada fuori dalla Parrocchia: è arrivato quindi un nuovo parroco: Don Roberto Gonzales.
Don Roberto, solare sacerdote messicano trapiantato in Italia da tanti anni, ha portato una ventata di allegria dando un nuovo impulso all’Oratorio e quindi anche alla musica ed al coro.
In tutti questi cambiamenti il Coro ha cambiato responsabile, cominciando un periodo di rinnovo dei componenti (le ragazze sono cresciute e quindi hanno cominciato a seguire i propri impegni professionali e di studio) ed anche dei responsabili: Marco Angeli si è trasferito a Cerveteri ed il coro ha vissuto un periodo di autogestione senza un responsabile; i musicisti invece hanno continuato ad essere i soliti: Enrico, io ed in più Marco Napoli (uno dei ragazzi che dieci anni prima suonava la chitarra d’estate).
Vi è stato quindi un lieve momento di flessione che ha portato il coro al suo minimo storico (quattro persone), ma nostro Signore ha continuato a vegliare su di noi: così è arrivata la diretta nazionale su Rete 4 (13 agosto 2000) che è stato un vero catalizzatore per la ricostruzione del coro: ragazzi ed adulti si sono buttati a corpo morto nel coro con il desiderio di far fare bella figura alla propria parrocchia di fronte a tutta l’Italia.
Inoltre molti bambini delle elementari che la domenica mattina cantavano giocando assieme a me sono cresciuti così il coro ha ripreso una nuova vita ed una nuova spinta.
Ma questo coro ha avuto una serie di caratteri particolarmente innovativi:: per la prima volta ai bambini si sono uniti gli adulti, e poi finalmente vi sono stati diversi maschi (grandi e piccoli) che si sono uniti alla ragazze.
Questo ha dato al coro un’anima veramente nuova e particolarmente creativa: tutti vi hanno messo la loro voglia di impegnare capacità diverse e multiformi per il risultato finale: l’animazione della S. Messa domenicale.
Nel frattempo anche il parroco è cambiato: Don Roberto ha ritenuto opportuno seguire la sua vocazione in una congregazione religiosa lasciando molto dispiacere per questa sua decisione ed al suo posto è arrivato Don Roberto Leoni, giovane sacerdote romano (non accadeva dai tempi di Don Santino!) il quale ha svolto un’intensa attività di rinnovo delle infrastrutture con abbellimento della chiesa e dell’Oratorio.
Purtroppo gli impegni familiari sono sempre pressanti e dunque anche questo coro si è assottigliato fino quasi all’esaurimento, ma la Divina Provvidenza, come sempre, non si è dimenticata di Cerenova e del suo coro: io, Valentina e Piera abbiamo preso un gruppo di bambini che non attendevano altro che di cantare assieme ed abbiamo ricominciato con loro, inizialmente una decina e così è rinato l’entusiasmo di cantare la gioia di celebrare la S. Messa assieme.
Poi durante le prove ci si è accorti di una cosa strana: un po’ più in là, qualche banco oltre, c’erano alcuni adulti: qualcuno chiacchierava tra di loro, qualcuno guardava incuriosito, qualcuno cantava, ma chi erano? Ovviamente erano i genitori dei bambini che attendevano i loro figli e con uno sforzo veramente minimo da parte nostra (portargli i foglietti dei canti) è nato il coro che attualmente anima la S. Messa domenicale.
Può sembrare che si tratti di una cosa da poco alla buona, in versione famiglia…, sicuramente c’è un ambiente familiare in termini di rapporti tra di noi, di scherzi e di risate, ma l’impegno non ha nulla da invidiare ai cori professionali. Così si è partiti da canti semplici, ad una voce senza fronzoli che però esprimessero da un lato la devozione ed il raccoglimento necessario per partecipare alla S. Messa e e dall’altro la gioia viva della fede; poi si è aggiunto un controcanto molto semplice, poi uno più complesso, poi il canto a cori divisi tra uomini e donne (già vi sono diversi uomini!) ed il risultato? Potete verificarlo da soli partecipando alla S. Messa domenicale e festiva assieme all’assemblea di Marina di Cerveteri.
Nel frattempo siamo arrivati ad oggi: il coro anima la S. Messa, i suonatori sono sempre i soliti (io, Enrico e Maurizio), il parroco è cambiato ancora: è arrivato Don Domenico Giannandrea (Don Mimmo per tutti!), vulcanico giovane sacerdote pugliese (tra l’altro anche Monsignore), e si continua a guardare avanti.
Ma non solo avanti, prima bisogna guardarsi dentro: dentro il cuore di ciascuno per cercare la propria voglia di mettersi al servizio degli altri e di pregare il Signore con il canto; poi anche dentro il gruppo, perché è nel gruppo che cresce e si rinnova la voglia di stare insieme, di pregare insieme, di crescere insieme e di servire insieme il Signore ricordandoci sempre che, magari nascosto dietro l’uno o l’altro di noi, Lui c’è sempre (“… dove due o più …”) e canta con noi ieri, oggi e sempre. Quindi se Ti piace cantare o se sai suonare uno strumento qualsiasi o se solo vuoi un po’ di compagnia “canora” unisciti a noi: non importa la Tua età, il tuo sesso, in realtà non c’è qualcosa che sia veramente rilevante a parte la voglia di stare in compagnia cantando e preparando la musica per la S. Messa domenicale (e non solo) condividendo te stesso e la presenza di Gesù in mezzo a noi. Ci vediamo la domenica mattina alle ore 10.30 per la S. Messa delle ore 11.00 e poi a seguire facciamo le prove.